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CALORE UMANO–Libera Biella–Presidio Springer Azoti

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“CALORE UMANO” 2° CAMPAGNA DI SOLIDARIETÀ

LIBERA BIELLA – PRESIDIO SPRINGER AZOTI

“Calore Umano” è una campagna di promozione delle arance di Libera Terra a 3 € il kg che consente, a chi aderisce, di esercitare una doppia solidarietà.

Da un lato sostenere, (con 1,5 €) la Cooperativa calabrese Valle del Marro del circuito di Libera Terra che coltiva terreni confiscati alla criminalità organizzata, dall’altro sostenere (con 1,5€) Caritas Biella ad accogliere le donne in condizioni di marginalità presso il dormitorio di Casa Torrione, in Via Rosselli. Questa solidarietà si ripete nel nostro territorio per la seconda volta con la distribuzione di 1334 kg di arance presso la sede di Libera Biella che inizierà domenica 20 dicembre.

La campagna è certamente anche il frutto di una significativa esperienza vissuta quest’estate da alcuni componenti del Presidio Springer Azoti di Libera Biella che hanno partecipato ad un campo di lavoro di E!state Liberi in Calabria, a Ciro’ in provincia di Crotone dal 19 al 26 luglio.

Ognuno di noi ha dato il proprio contributo ad un piccolo intervento di risistemazione all’interno di una proprietà di 10 ettari di terreno confiscato al clan della ‘ndrangheta dei Farao – Marincola, in località Cirò affidato in gestione ai giovani soci della Cooperativa Sociale Terre Joniche di Libera Terra. Uno di questi terreni necessitava di interventi per la messa in sicurezza attraverso la realizzazione di una recinzione.

I giovani che hanno partecipato al campo hanno scritto diverse riflessioni nel merito, ne riportiamo una, particolarmente significativa e scritta da Stefano uno studente di 16 anni.

Era il 19 luglio, stavamo per arrivare a Cirò. Mancava veramente poco. Lungo il tragitto i responsabili della Cooperativa Terre Joniche iniziano scherzosamente a metterci davanti agli occhi la cruda realtà. Cirò, un paesino apparentemente innocuo e tranquillo si trasforma nelle nostre menti in uno dei paesi con la maggior densità ‘ndranghetista della Calabria.

Nei giorni successivi noto, negli anziani del posto, sguardi consumati dalla disperazione, costretti e forse rassegnati a vivere nell’omertà per tutta la vita. Sguardi ormai arresi ma che imploravano aiuto e che mi davano la forza per proseguire nella mia lotta in nome della giustizia.

Penso che per raggiungerla occorra migliorare prima di tutto se stessi e imparare ad offrire aiuto al prossimo, senza pretendere nulla in cambio.

In quella settimana ho contribuito a costruire una recinzione che divide i terreni confiscati da quelli ancora in possesso della ‘ndrangheta. Avevo la sensazione di potere concretamente fare qualcosa nel verso giusto: “mettere una recinzione tra legalità e illegalità”.

Non ho preteso nulla in cambio, anzi ho imparato il vero significato di quest’esperienza: fare del bene. Quel genere di bene spontaneo che ti fa amare la vita, che ti appaga, che ti fa apprezzare le piccole cose fatte col cuore e che, cosa ancor più importante, mi dà e ci dà la forza di continuare la nostra battaglia.

Mi ha accompagnato un costante silenzio interiore che mi ha permesso di prendere consapevolezza delle vicende che accadono e sono accadute a Cirò. Credo che per poter combattere il male, sia necessario trovare “giustizia” dentro se stessi. Capire che siamo vivi e che possiamo, quotidianamente, esercitare il nostro impegno per un mondo migliore.

Stefano – 16 anni

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