OPERAZIONE MINOTAURO – LIBERA BIELLA
Molto positivo l’incontro di martedì sera 19 luglio in concomitanza con l’anniversario della strage di Via D’Amelio durante la quale persero la vita Paolo Borsellino e cinque uomini della sua scorta.
Fare memoria per guardare al futuro. Ci stiamo provando.
Decisamente efficace il contributo del GIP Dott. Ruggero Mauro Crupi che ha sapientemente introdotto i due interventi sull’operazione Minotauro dell’8 giugno 2011 condotta dalla Procura di Torino.
Due video registrati a Torino, in occasione dell’assemblea regionale di LIBERA PIEMONTE del 18 giugno scorso, che contengono gli interventi del GIP Dott. Salerno e del Sostituto Procuratore Dott. Perduca, magistrati della Procura di Torino.
Il livello gerarchico – organizzativo della ‘ndrangheta, illustrato con precisione dal GIP Dott. Salerno, appare frutto di una mente criminale, lucida e precisa, che ha saputo determinare regole del gioco e criteri relazionali molto sofisticati e molto pericolosi.
Più tecnico, ma non meno interessante, il contributo del dott. Perduca il quale ha esaminato le procedure utilizzate dalla magistratura per attivare un percorso di sequestro e di confisca di un bene appartenente alla criminalità organizzata. Inoltre ha affrontato alcuni aspetti legati a beni analoghi ma collocati fuori dal nostro Paese, nei confronti dei quali la magistratura, attualmente, ha pochi margini di manovra.
Nel corso della serata, si sono susseguiti diversi interventi, indice di una platea attenta e sensibile al tema. Il Dott. Crupi ha saputo rispondere, in modo esaustivo, ai tanti quesiti che provenivano dal pubblico.
Il Biellese, in questo momento appare non coinvolto dall’operazione Minotauro, tuttavia la presenza di nuclei collegati alla ‘ndrangheta è stata chiaramente accertata su territori limitrofi alla nostra Provincia.
Torino, Novara, Alessandria, la Val d’Ossola, il Canavese e la stessa Valle d’Aosta sono territori nei quali sono stati individuati presenze di nuclei della ‘ndrangheta.
Immaginare che Provincia di Biella, momentaneamente, non risulti coinvolta in traffici di droga, riciclaggio del denaro, usura, movimento terra ecc. ecc per certi versi ci può consolare ma dall’altro non ci deve permettere di abbassare la guardia.
Non scivoliamo nella facile semplificazione che nei nostri territori la mafia non c’è, questo errore è già stato commesso molti anni fa in Sicilia dove in assoluto si negava l’esistenza della mafia salvo poi essere smentiti dai fatti.
Negarne la potenziale presenza, vuol dire rifiutarsi di provare a capire gli intrecci che questo tipo di organizzazione criminale potrebbe cercare di sviluppare, sia con il mondo produttivo che con quella della politica: è di sicuro il metodo sbagliato.
Certamente non mancano interessi economici collegabili ad alcune probabili grandi opere che si dovrebbero fare nel nostro territorio nei prossimi anni.
Ovviamente l’incontro del 19 luglio è un primo passo di conoscenza del problema e sul quale, LIBERA BIELLA, intende ritornare quest’autunno.
Riteniamo sia utile proseguire l’approfondimento del percorso conoscitivo della ‘ndrangheta, coinvolgendo, su questo delicato tema, anche le istituzioni pubbliche.
Per Libera Biella vale davvero la frase di Borsellino “parlate della mafia, parlatene in radio, in televisione, sui giornali, come volete voi, ma soprattutto parlatene”.
Questo era ed è l’obbiettivo che ci siamo preposti: sensibilizzare le coscienze su questo tema. Questo è quello che intendiamo fare, non possediamo soluzioni pronte ne tanto meno bacchette magiche per risolvere il problema, sappiamo solo una cosa: non parlarne favorisce solo il gioco della criminalità organizzata.
Domenico Cipolat – Coordinamento Provinciale di Libera Biella
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